L’esercizio della professione medica è divenuto negli ultimi anni foriero di problemi di carattere legale, poiché sempre più medici sono costretti a rivolgersi un avvocato che li difenda in casi di cosiddetta responsabilità medica.
Infatti sono recentemente cresciute in misura esponenziale le denunce, anche di carattere penale, che medici ed esercenti professioni sanitarie ricevono da ex pazienti che ritengono di aver subito dei danni a causa di un errato esercizio della professione medica.
Nel campo del diritto penale il sanitario risponde di cosiddetta responsabilità medica solitamente in due casi: le lesioni personali colpose e l’omicidio colposo.
In entrambi i casi il medico è accusato di aver cagionato lesioni personali al paziente, o il decesso dello stesso, mediante una condotta colposa, che potrà qualificarsi come negligente, imprudente o imperita: in altri termini la condotta colposa che determina una responsabilità medica consiste in un’errata o mancata applicazione delle regole e dei protocolli della professione, universalmente accettati dalla comunità medica, che abbia determinato, secondo un nesso di causalità, un danno fisico al paziente o la morte dello stesso.
Molto spesso, nel caso di procedimento aperto per omicidio colposo, il primo atto che il medico accusato riceve è un avviso di accertamenti tecnici irripetibili, con il quale è posto a conoscenza del fatto di essere indagato in relazione al decesso del paziente, nonché della possibilità di farsi assistere, da un proprio avvocato e da un consulente tecnico appositamente nominato, nell’ambito dello svolgimento dell’esame autoptico.
In tale fase è importantissimo rivolgersi immediatamente ad un avvocato penalista, che possa sin da subito tutelare gli interessi del soggetto accusato per un caso di responsabilità medica (nel caso in oggetto per omicidio colposo): infatti l’esame autoptico è un atto fondamentale che non sarà ripetibile in seguito, motivo per cui è bene che un consulente tecnico (designato dal legale) possa parteciparvi attivamente, al fine di far risaltare gli eventuali elementi e circostanze a favore della posizione del sanitario accusato.
Nei casi di responsabilità medica infatti l’avvocato lavora a stretto contatto con il proprio consulente tecnico (un medico esperto nella materia di riferimento), poiché questi potrà coadiuvare il legale negli aspetti tecnico – scientifici del caso, che sono sempre determinanti per l’esito di un processo per responsabilità medica.
Molto spesso infatti i processi per responsabilità medica si risolvono solo all’esito di una Perizia disposta dal Giudicante, che vada a dirimere i contrasti tra le opinioni tecnico – scientifiche fornite dai Consulenti del Pubblico Ministero (e dell’eventuale Parte civile) e della Difesa: ciò perché – al pari degli avvocati – anche il Giudice è soggetto che non possiede quelle necessarie competenze tecnico – scientifiche per comprendere a fondo gli eventuali errori del medico accusato (e soprattutto la possibile relazione causale tra questi e l’evento dannoso), motivo per cui è necessario che anch’esso venga coadiuvato da un proprio Perito di fiducia.
La figura di legale a cui rivolgersi per essere tutelati in un processo penale per responsabilità medica è senz’altro l’avvocato penalista, che abbia esperienza nella materia e che conosca profondamente i complessi meccanismi del processo penale, viste le pesanti conseguenze che possono derivare da un’eventuale sentenza sfavorevole al medico accusato (condanna penale e possibilità di essere condannati al risarcimento dei danni).